Il settore del gaming , degli e-sport e soprattutto l’attività di gamer stanno assumendo contorni sempre più rilevanti: questa forma di competizione organizzata rende virtuale lo sport e supera le barriere fisiche e geografiche; affascina gli investitori e attrae squadre di sviluppatori, organizzatori di eventi, broadcaster e brand (anche di sport).

L’assenza di una regolamentazione organica, complice il dibattito sull’opportunità o meno di inglobare la materia nelle discipline sportive, rende incerto il trattamento contabile e fiscale di questo settore: le vincite che i gamer realizzano negli e-sport e nelle gare online vanno tassate? in che modo? è necessario aprire la partita IVA?

L’orizzonte è globale. Il settore eSport è molto radicato in Asia e Usa e cresce a un ritmo maggiore a livello europeo rispetto a quanto non faccia l’Italia. I player nostrani tendono a superare i confini nazionali mentre i gamer professionisti, che hanno spesso una forte componente di entertainment legata allo sport possono appartenere a uno stesso team pur dislocati in Paesi diversi, con quindi una fiscalità diversa.

La crescita del settore, e del giro d’affari connesso, rende prioritario l’inquadramento giuridico ed economico degli eSport, anche per ricondurre attività, soggetti coinvolti e compensi all’interno di categorie fiscali definite.

Il rischio di trovarsi di fronte a una contestazione da parte dell’amministrazione fiscale è molto elevato, specie per la promiscuità tra il settore sportivo e quello del gaming propriamente detto.

Mancando un riconoscimento esplicito del Coni o di altre federazioni sportive, si fa riferimento alla normativa generale procedendo per assimilazione. Un esempio tra gli altri riguarda i compensi del gamer come figura professionale, per cui è necessario individuare e catalogare in che modo realizza i guadagni, e più in generale i proventi, per ricondurli alle diverse tipologie di reddito tipizzate dal Tuir: si va dai redditi diversi dell’articolo 67 ai compensi da lavoro autonomo dell’articolo 53, ai redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente (articolo 51). Con l’interrogativo della partita Iva per il professionista che non abbia l’esclusiva con un team.

Occorre conoscere il mondo dei social media e delle relative potenzialità di guadagno oltre che quello dei giochi e dello sport in genere, evitando disinvolte soluzioni fiscali, anche se appetibili, che potrebbero dar luogo poi a contestazioni da parte dell’amministrazione finanziaria: il nostro Studio Benedetti Dottori Commercialisti può assistervi in questo settore.

Sostanzialmente per un gamer professionista possiamo individuare 2 categorie di fonti di guadagno e 4 tipologie di guadagni:

  • PROVENTI DAL GAMING VERO E PROPRIO:
  1. GUADAGNI DA TORNEI
  2. GUADAGNI DA COLLABORAZIONI CON TEAM DI GAMER
  • PROVENTI DA PUBBLICITA’ E FOLLOWERS:
  1. PROVENTI DA SOCIAL MEDIA (Youtube, Facebook, Instagram, Google)
  2. PROVENTI DA PIATTAFORME DI GAMING

Come possono essere gestiti, fiscalmente, questi guadagni?

Innanzitutto dobbiamo distinguere se si tratta di guadagni occasionali o abituali.

A tal proposito, il tema è molto simile a quello dell’e-commerce abituale od occasionale, e suggerisco di leggere questo nostro articolo:

http://www.studiobenedetti.eu/commercio-elettronico-professionale-od-occasionale-quali-adempimenti-2/

ATTIVITA’ SVOLTA OCCASIONALMENTE

Nel momento in cui i proventi o guadagni derivanti dall’attività di gaming online negli eSports da parte del gamer e-sport siano occasionali, senza una forma organizzata e ripetitiva di attività bensì un puro guadagno non programmato derivante da una vera e propria attività ludica, possiamo ritenere che non è obbligatorio aprire la partita IVA ma rimane necessario dichiarare i guadagni in dichiarazione dei redditi.

In particolare tali guadagni rientrano nei cosiddetti “redditi diversi” di cui all’art. 67 del TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi) : “le vincite delle lotterie, dei concorsi a premio, dei giochi e delle scommesse organizzati per il pubblico e i premi derivanti da prove di abilità o dalla sorte nonché quelli attribuiti in riconoscimento di particolari meriti artistici, scientifici o sociali”.

Di conseguenza verranno inseriti nella dichiarazione dei redditi nel modello Unico PF o nel modello 730, nell’apposita sezione dei redditi diversi, dichiarando interamente il compenso guadagno percepito dal gamer , senza possibilità di dedursi eventuali costi (sebbene sia possibile inserire alcune spese in diminuzione del reddito : questo argomento molto tecnico è da approfondire analizzando ogni singola posizione).

La tassazione sarà “ad aliquote progressive” partendo dal 23% ed in crescendo con le aliquote progressive Irpef (23%-27%-38%-41%-43% a secondo del reddito complessivo).

Una forma di tassazione che, per i guadagni più elevati dei gamer e-sport non è di sicuro particolarmente conveniente.

ATTIVITA’ SVOLTA IN MANIERA ABITUALE

Diverso il caso in cui il gamer diventi un vero e proprio “professionista” : cioè nel caso l’attività diventi abituale, anche se non quotidiana sicuramente ripetitiva, ed i guadagni, sia dalle vincite esport che dai social network, diventino abituali.

In tal caso è sicuramente necessario aprire la partiva IVA non solo per tutelarsi in caso di verifiche fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate ma anche e soprattutto per poter beneficiare di forme di tassazione più convenienti rispetto a quelle sopra indicate in caso di attività occasionale.

COME APRIRE LA PARTITA IVA PER UN GAMER ESPORT?

La partita IVA deve essere aperta indicando uno specifico “Codice attività” (definito tecnicamente Codice Ateco) , questi i principali:

  • 82.99.99 per i Gamer veri e propri (attività: “altri servizi alle imprese”)
  • 73.11.02 per i gamer che beneficiano di guadagni in maggior parte derivanti dai canali social (attività: “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”)
  • 63.12.00 per i gamer che gestiscono un proprio portale o che operano tramite portali o piattaforme differenti (attività: “Gestione portali web”)

In tutti i casi trattasi di attività professionale, quindi non è richiesta l’iscrizione in camera di commercio.

E’ però necessaria anche l’iscrizione all’INPS, per il versamento dei contributi previdenziali sui propri compensi: in tal caso si procederà all’iscrizione alla “gestione separata” INPS.

LA TASSAZIONE PER UN GAMER ABITUALE E PROFESSIONALE

Quale sarà la tassazione che si applica ai gamer abituali dotati di partita IVA?

Sarà possibile scegliere tra due forme di tassazione:

  • regime forfettario: regime di tassazione agevolato al 5% (per i primi 5 anni di attività)
  • regime semplificato ordinario: regime di tassazione ad aliquote progressive Irpef, ma con il vantaggio di potersi dedurre tutti i costi inerenti all’attività svolta

A questo punto, gli aspetti da approfondire diventano molteplici, che si complicano ulteriormente nel caso in cui il gamer percepisca compensi da soggetti esteri, o premi per la partecipazione ad eSport all’estero : sarà necessario analizzare ogni singola posizione nel dettaglio.

In merito a tali regimi di tassazione, vi consigliamo i nostri diversi articoli pubblicati, questi alcuni:

http://www.studiobenedetti.eu/forfettario/

http://www.studiobenedetti.eu/regime-forfettario-quando-conviene/

IN CONCLUSIONE

Il settore dei gamer , del gaming online e degli e-sport è in costante evoluzione e diffusione, ed è fondamentale, per ogni gamer, definire in maniera corretta la propria posizione fiscale per evitare sorprese.

Il nostro Studio Benedetti Dottori Commercialisti può assistervi in merito.